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Carte Bolognesi, “Le Bolognesi” o “Primiera Bolognese”: le carte da gioco di Bologna!

Bologna è decisamente ben nota in tutta Italia per la sua arte, per la sua cultura e per il suo buon cibo: potevano quindi forse mancare delle carte da gioco della città?!

Le carte bolognesi sono diffuse principalmente tra Modena e Bologna e – per essere più precisi – si ritiene che siano originarie di Cento, comune italiano di circa 35 430 abitanti della provincia di Ferrara.

In ogni caso, queste carte sono ancora oggi usate per lo più in Emilia; perché in Romagna si prediligono maggiormente le carte Piacentine o le Romagnole.

Vediamo quindi qual è la storia di questo mazzo di carte e cosa le rende uniche, distinguendole da tutte le altre carte italiane e del mondo.

Come nascono le carte bolognesi?

La storia delle carte bolognesi viene fatta risalire alla fine del XV° secolo.

Abbiamo infatti assoluta certezza che il mazzo fosse già in uso all’inizio del secolo successivo, grazie alla presenza del documento di autorizzazione papale, redatto per la riscossione dei tributi sulle carte da gioco, concessa del 1588 ad Achille Pinamonti con una tassazione di 10 soldi.

Rispetto alle altre carte da gioco regionali, le carte bolognesi sono però sempre rimaste legate soprattutto alle aree rurali, fino agli anni più recenti, che le hanno viste protagoniste di una nuova rinascita!

Ma andiamo un passo alla volta…

Perché Le Bolognesi sono diverse dalle altre carte da gioco?

Il mazzo delle carte bolognesi è composto da 40 carte, divise in 4 semi che contano 10 carte ciascuno.

I semi delle carte di Bologna sono gli stessi delle carte romagnole, ossia denari, coppe, spade e bastoni, così come anche le 3 figure:  fante, cavaliere e re.

Le carte bolognesi però si aggiudicano – insieme a quelle venete – il titolo di “carte regionali più lunghe d’Italia”, dato che le dimensioni tradizionali sono 49×104 mm.

Le carte più rappresentative da un punto di vista iconografico sono gli assi; e nello specifico:

  • l’asso di denari, in cui compare una cornice nera e due foglie verdi come decoro.
  • L’asso di spade, in cui è raffigurato un animale a due teste dal corpo curvo (simile a un rapace o a un drago).

La “Primiera Bolognese” c’entra con la Scopa?

Vi sarà sicuramente capitato di sentir parlare della “Primiera Bolognese”… 

Nonostante con le carte bolognesi sia possibile giocare ovviamente anche a scopa, con il termine “Primiera Bolognese” si identifica il mazzo di carte bolognesi in sé, senza nulla a che fare con la primiera, utile per il punteggio della Scopa.

Il nome “Primiera Bolognese” serviva infatti per distinguere le carte da gioco di Bologna dal “Tarocchino bolognese”.

Cos’è il “Tarocchino bolognese”?

Il “Tarocchino bolognese” non è altro che la versione bolognese dei tarocchi, utilizzati però anche per il gioco dei Tarocchini, che ancora oggi viene praticato (con regole pressoché invariate da almeno 500 anni).

Come si gioca con le carte bolognesi: carte da briscola bolognesi ma non solo!

Le carte bolognesi si prestano a tutti i giochi che richiedono un mazzo da 40 carte, tra cui ovviamente anche i più famosi: Scopa, Scopone, Rubamazzetto, Tressette e Briscola.

Tra i giochi decisamente più tradizionali, troviamo però il cosiddetto “Straccia Camicia”, diffuso anche in altre regioni italiane e altresì noto come “pataja”, in dialetto reggiano, o “Pela gallina”, in dialetto romagnolo.

Giocare a “Straccia Camicia” come a Bologna

Il gioco è molto semplice e può essere fatto anche dai bambini.

A Straccia Camicia si gioca in 2 e ognuno riceve in mano la metà del mazzo (20 carte ciascuno).

Non esiste un seme predominante, ma le carte di maggior valore sono – a prescindere dal loro seme – 1, 2 e 3.

Ogni giocatore a turno cala una carta e l’altro risponde, finché non compare sul tavolo un 1, un 2 o un 3: in questo caso l’avversario è costretto a calare rispettivamente 1, 2 o 3 carte per poter rispondere. 

Se in questa fase non compaiono carte ‘vincenti’, il giocatore prende tutto. 

Per vincere il gioco bisogna conquistare tutte le carte dell’avversario.

P.S. Volendo è anche possibile giocare a Straccia Camicia in 4, dividendo il mazzo in gruppi di 10 carte.

Le carte da gioco bolognesi oggi

Negli ultimi anni Boh Edizioni (lo stesso ideatore del gioco da tavola “Bolognando”, per citarne uno) ha continuato a portare avanti il suo progetto di valorizzazione della “bolognesità anche tramite il restyling delle carte da gioco!

Le Bolognesi hanno così trovato una nuova vita, grazie a un progetto che va alla riscoperta dell’antica “primiera”, ma con una veste totalmente nuova.

In questa versione infatti i 4 segni sono dedicati alla grande tradizione culinaria della “Grassa”: i Denari diventano un piatto di tortellini e le Spade la tradizionale coltellina, usata per tagliare le tagliatelle; al posto dei Bastoni ci sono i mattarelli delle “arzdore” e invece delle Coppe ci sono calici di vino.

Un’altra caratteristica distintiva delle nuove carte da gioco bolognesi è la femminilità: rappresentano infatti indubbiamente un omaggio alle donne, come regine indiscusse della cucina locale.

Per questo motivo quindi tutte le figure presenti nei semi di Denari (tortellini) e Bastoni (mattarelli) sono esclusivamente personaggi femminili: il che è davvero una novità assoluta nel mondo delle carte da gioco!

Avendo messo in contatto le nuove e le vecchie tradizioni, speriamo di aver solleticato la tua curiosità, ricordando che le carte sono un collante e un’occasione culturale e comunitaria senza limiti d’età né gap generazionali.
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