Hai mai sentito parlare della “Cicera Bigia” chiamata anche solo “Cicera”, “Ciccera Biccera” oppure “Ciccia”?
Molti nomi, ma sempre lo stesso gioco!
Nelle zone di Brescia non si gioca a Scopa, ma a una sua variante locale detta appunto Cicera Bigia, come nome più famoso.
Si utilizzano ovviamente le Carte Bresciane e tutti i “termini tecnici” vengono espressi in dialetto, ma andiamo per gradi partendo dal nome.
Nulla a che fare con l’omonima città spagnola della Cantabria, il nome “Cicera” deriva dal latino cicer e significherebbe letteralmente “cece” o “cicerchia”, ma nonostante il chiaro riferimento alla pianta leguminosa, viene anche usato come nome proprio femminile in alcuni casi.
Partendo dal presupposto che l’aggettivo “Bìgio” significa “di colore grigio” ma anche – in modo figurato – “incerto, indeciso”, con il termine “Bìgia” si fa riferimento a varie specie di piccoli uccelli passeriformi della famiglia Silvidi, tipici della Valle Padana e caratterizzati da penne grigio-brune.
Quindi torniamo a noi… Cicera + Bìgia = ?
Anche conoscendo il significato delle singole parole che lo compongono, l’origine del termine Cicera Bìgia, come nome del gioco di carte regionale, tipico di Brescia, non è chiaro.
Secondo lo scrittore e giornalista italiano Giampaolo Dossena, esperto di giochi, la Cicera Bìgia presenta alcune affinità con altri giochi della zona limitrofa come il Dobellone e lo Scarabocìon, che è considerato – insieme alla Primiera* – un precursore della Scopa stessa.
*Con il termine “Primiera” si identifica la combinazione di alcuni giochi di carte, che includono anche la Scopa.
Sappiamo però per certo che la Cicera Bìgia è un gioco di carte simile alla Scopa, ben diffuso già dal 1700, per cui servono 52 carte – anziché 40 – possibilmente bresciane o al massimo lombarde o trevigiane.
Per giocare a Cicera Bìgia basta essere in 2 e mettere in tavola una “sfida frontale” uno contro uno.
In alternativa si può giocare anche in 3 oppure a coppie in 4, dividendosi in 2 squadre di 2 giocatori ciascuna, seduti sul lato opposto del tavolo rispetto al compagno, in modo alternato.
Innanzitutto bisogna distribuire le carte: il primo mazziere viene decretato a sorte, ma – a seguire – il ruolo passa al giocatore a destra, procedendo in senso antiorario.
Il mazziere designato quindi mescola le carte bresciane e – dopo aver fatto “tagliare il mazzo” al giocatore alla sua sinistra – ne distribuisce 12 a ciascun giocatore, scoprendo le restanti 4 sul tavolo.
In alcune varianti della Cicera Bìgia si preferisce distribuire le carte non tutte insieme, ma quattro o sei per volta; ciò però non incide in nessun modo sullo svolgimento del gioco in sé.
Prima di procedere con lo svolgimento del gioco, è importante conoscere il valore di presa assegnato alle carte nella Cicera Bìgia, che è anche una delle caratteristiche distintive del gioco stesso!
Solamente nella Cicera Bìgia infatti le carte numerali hanno un valore di presa pari al numero della carta stessa (quindi da 1 a 10), mentre Fante, Cavaliere e Re possono prendere solamente le figure analoghe.
I numeri possono quindi essere usati per fare delle somme o per prendere la rispettiva carta numerale, anche di altri semi, mentre le figure sono associabili solamente tra di loro, ovviamente anche tra semi diversi.
Il gioco procede seguendo le regole tradizionali della Scopa, fino all’esaurimento delle carte, quindi si calcola il punteggio, per decretare il vincitore o la squadra che vince la mano.
Per vincere a Cicera Bìgia è necessario raggiungere almeno il punteggio di 51 punti – anche attraverso più mani di gioco – ma è possibile ovviamente abbassare la soglia, se si preferisce una partita più veloce.
Quando si gioca in coppia, le carte prese vengono raggruppate per squadra e si procede quindi al conteggio finale dei punti.
Quando si parla di punti, nella Cicera Bìgia sono gli “Onori” a farla da padroni!
Con il termine “Onori” nella Cicera Bìgia si identificano 6 punti, che sono sempre presenti e che vengono in ogni caso assegnati all’uno o all’altro giocatore.
Gli Onori della Cicera Bìgia sono:
1 punto viene assegnato a chi prende più della metà delle carte (almeno 27), in caso di parità si ottiene un punto ciascuno.
Come accade per i denari nella Scopa, ottiene 1 punto chi prende più carte di questo seme.
Se si conquistano tutte le carte di spade “si fa Napoleone” e si vince la partita, mentre se una coppia prende l’asso, il due e il tre di spade “fa Napula” (o napola) e ottiene almeno 3 punti; se alla scala si aggiungono in ordine progressivo altre carte, la Napola varrà tanti punti quanto il valore della carta più alta nella scala di spade.
Detto anche “Matta”, è il corrispettivo del Settebello nella Scopa e vale 1 punto.
Vale 1 punto.
Vale 1 punto.
In aggiunta agli Onori di casa, c’è ovviamente la “Scopa”, che vale 1 punto l’una, quando si raccolgono tutte le carte presenti sul tavolo, ma non solo!
Degne di nota sono infatti anche le più caratteristiche:
Tirando quindi le somme: cosa cambia in sostanza tra la scopa bergamasca e quella normale?
Quando si gioca a Cicera Bìgia e non a Scopa bisogna ricordarsi che:
La storia della Cicera Bìgia bresciana ti è piaciuta, ma ti è venuta voglia di giocare alla cara vecchia Scopa?!
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