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Le carte bresciane, per giocare a Cicera bigia ma non solo!

Le carte bresciane, diffuse in tutta la provincia di Brescia, derivano da quelle trevisane (o “venete”) e rappresentano un’ulteriore sottocategoria delle carte lombarde, a loro volta parte delle carte italiane.

Ma cosa le differenzia dalle altre? 

Le caratteristiche delle carte da gioco bresciane

Le carte bresciane sono carte da gioco a seme italiano, come le parenti carte bergamasche, ma sono molto diverse da queste ultime, soprattutto dal punto di vista estetico/iconografico.

Le origini datate delle carte di Brescia lasciano trapelare origini arabe (derivanti dai ‘naibbi’ di Istanbul, giunte in Italia a seguito della conquista veneziana), visibili soprattutto nella struttura e nel disegno dei semi, 

A differenza delle bergamasche, le carte bresciane hanno un mazzo da 52 carte e sono caratterizzate da figure intere, anziché speculari.

I 4 semi sono Spade, Coppe, Fanti e Bastoni, ognuno composto da 13 carte: 10 numerali + 3 figure, identificabili con Fante, Cavaliere e Re.

Nonostante la semplicità dei disegni, senza troppi fronzoli, il Fante di Coppe è considerato una delle carte più caratteristiche del mazzo, per via della presenza unica di un cane bianco al fianco dell’uomo, da cui il nome dialettale “fant cagnì” o “fant gòp”, a causa della gobba generata dal mantello. 

Anche il Re di Bastoni è altrettanto rappresentativo dello stile delle carte bresciane, perché riporta ancora i segni del bollo, tradizionalmente postovi fino al 1862.

Come in tutte le carte da gioco italiane, anche in quelle bresciane le spade sono rappresentate con delle scimitarre dalla lama particolarmente incurvata, e decorate – nella maggior parte delle carte numerali – con motivi araldici floreali.

Nonostante si sia soliti dare poca importanza ai 2 (a meno che non si stia giocando a Burraco, in cui ovviamente valgono come Pinelle), nel mazzo delle carte bresciane i 2 sono peculiari e caratterizzati da riferimenti “sessuali”:

  • il 2 di spade in dialetto bresciano è infatti detto “figa de fèr” (vagina di ferro), “felépa sènsa péi” (senza peli) o “du fì” (due fino), per via della fessura che si viene a creare al centro della carta tra le 2 spade. Inoltre, in alcuni giochi vale anche come “mata” o Jolly.
  • Il 2 di denari è la “figa de lègn”.
  • Il 2 di bastoni è identificato come “i bale de l’orso” (i testicoli dell’orso) o “i bale de fra Giöle” (le palle di frate Giulio).

Il 10 di denari, infine, è il “des bù” (ovvero il “dieci buono”), l’asso di coppe è detto “angiulina”, in riferimento al putto sopra la coppa, e il 4 di spade è la “Madonnina dei prati”.

Nonostante i divertenti appellativi delle carte da gioco bresciane però, una delle caratteristiche più peculiari sono le loro dimensioni: le misure ridotte a 43×88 mm ne fanno “le carte regionali più piccole d’Italia”!

La produzione di carte da gioco a Brescia: le carte bresciane Masenghini ma non solo!

Data la passione per il gioco, la produzione di carte nella provincia di Brescia iniziò ben presto a fiorire, al punto che già a metà Ottocento i fabbricanti di carte bresciani erano ben 2: la Ditta Francesco Mutinelli e la più nota Accurata Fabbrica Cassini Salvotti.

I mazzi delle due cartiere storiche – e in particolar modo di Cassini – sono oggi molto rare: venivano vendute in astucci finemente decorati e la ditta aveva ideato anche una variante delle carte da gioco per bambini.

Oggi, le più famose sono però le carte bresciane di Masenghini, una delle aziende italiane bergamasche di maggior successo a livello Nazionale, per la produzione di carte da gioco e tarocchi, assorbita poi dall’azienda trevigiana Dal Negro nel 2003.

Come si gioca con le carte bresciane?

Il gioco più famoso con le carte bresciane è una variante tradizionale della Scopa a mazzo pieno, detta “Cicera bigia”!

Per giocare con le carte bresciane alla Cicera bigia bisogna essere in 4 (2 contro 2) e distribuire 12 carte coperte ciascuno, disponendo le restanti 4 scoperte sul tavolo. 

Il gioco è molto simile a quello della Scopa, con l’unica differenza che le figure non hanno valore di presa (ossia ad esempio un Fante può essere preso solamente con un altro Fante e così via). 

A Cicera bigia vince chi fa più punti o prende tutte le carte dello stesso seme (Napoleone). 

Ma perché allora si è soliti sentir parlare di “carte da briscola bresciane”?

Nonostante il mazzo da 52 carte, con le carte bresciane è possibile giocare anche a Briscola, Scopa e Scopone.

Ecco come fare…

Quante sono le carte da briscola bresciane?

Le carte bresciane non sono esattamente definibili “carte da briscola”, dato che il mazzo è da 52 carte e non da 40, ma – grazie alla loro estrema versatilità – consentono di fare anche questo gioco.

È sufficiente escludere dal mazzo 8, 9 e 10 e il gioco è fatto!

Quindi, per rispondere alla domanda “quante sono le carte da briscola bresciane?” basta dire: 40, come al solito!

Cosa ne pensi delle carte bresciane? Ci hai mai giocato?Allenati divertendoti giocando a carte online gratis con noi!

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