Solitario Nonno Raffaele: regole e curiosità

Oggi parliamo di una variante del classico gioco del Solitario, ovvero il “Solitario Nonno Raffaele“.

Si tratta di un gioco di carte diventato popolare in Italia negli ultimi anni e che prende il nome dal personaggio immaginario di “Nonno Raffaele“, il quale si presume abbia inventato il gioco.

Continua a leggere l’articolo per scoprire come giocare al solitario Nonno Raffaele e per imparare alcune curiosità su questo gioco di carte. 

Come si gioca al solitario Nonno Raffaele

Il Solitario Nonno Raffaele viene giocato con un mazzo di carte italiane. 

Lo scopo del gioco è quello di posizionare le carte in modo da creare quattro pile ordinate per seme, partendo dall’asso fino al re. Il gioco prevede diverse regole per spostare le carte tra le pile, che variano leggermente a seconda delle varianti regionali del gioco.

Come si posizionano le carte per iniziare a giocare al solitario di Nonno Raffaele?

All’inizio si posizionano 16 carte (tutte coperte) su 4 file da 4 carte ciascuna. Poi si procede posizionando su ognuna le restanti carte, fino ad esaurirle tutte e 40.

Ricorda: in ogni fila ci devono essere 10 carte. Per far ciò metteremo 3 carte sui quattro mazzetti che formano gli angoli e 3 carte sui due mazzetti centrali delle due file intermedie. Sui mazzetti restanti ci saranno solo 2 carte. 

A questo punto si gira una carta per ognuno dei 16 mazzetti creati e si inizia a giocare. 

Come si gioca?

Una volta posizionate le 40 carte inizia il gioco, con l’obiettivo di formare le quattro pile per seme. 

Se tra le 16 carte scoperte c’è qualche asso si può iniziare da lì, diversamente si inizia a spostare le carte da un mazzetto all’altro per scoprire quelle sotto.

Ricorda: si possono spostare le carte da un mazzetto all’altro solo se sono dello stesso seme e in ordine decrescente (ad esempio sul re posso posizionare il cavallo, sul 7 il 6 e via dicendo, ma non il contrario).

Un consiglio: prova a liberare i mazzetti con 2 carte e parti dalle carte più alte.

Le differenze tra Solitario classico e Solitario del Nonno

Ora invece vediamo insieme le differenze tra il Solitario classico e la variante del Nonno Raffaele.

Innanzitutto, il mazzo di carte utilizzato nel Solitario Nonno Raffaele è diverso, perché in questa variante si utilizza un mazzo di carte italiane, che non contiene i jolly, mentre nel Solitario classico si utilizza un mazzo di carte francesi, che può includere anche i jolly.

Inoltre, le regole per spostare le carte tra le pile sono diverse nei due giochi. 

• Nel Solitario classico si possono spostare le carte solo in sequenza decrescente e di colore alternato (ad esempio, si possono spostare un dieci di picche su un jack di cuori, ma non su una regina di fiori). 
• Nel Solitario Nonno Raffaele, invece, ci sono regole diverse per le diverse varianti regionali del gioco, ma in generale le carte possono essere spostate in sequenza decrescente, ma dello stesso seme.

Solitario Nonno Raffaele: alcune curiosità

Se questa variante tutta italiana del gioco del Solitario ti ha incuriosito, continua a leggere e scopri con noi qualche curiosità:

1. Non esiste una versione standard di questo gioco, ma ci sono diverse varianti regionali con regole leggermente diverse tra l’una e l’altra.
2. Il gioco è stato reso popolare in Italia soprattutto dagli anziani, che spesso lo giocano come passatempo tra di loro.
3. “Nonno Raffaele” sembra essere un personaggio immaginario, ma il motivo per cui si chiama così è sconosciuto, forse è legato a chi si pensa che abbia inventato il gioco per la prima volta.
4. In alcune versioni del gioco, le carte non possono essere pescate di carte in modo casuale, ma solo in sequenza dall’alto del mazzo.
5. In altre varianti, le carte possono essere spostate anche in sequenza crescente, ma solo di uno alla volta.
6. Alcune versioni del gioco prevedono che le carte vengano disposte sul tavolo in un certo modo, formando un disegno preciso, prima di iniziare a giocare.
7. Il Solitario Nonno Raffaele è stato incluso in diverse raccolte di giochi di carte italiane, come ad esempio il “Mazzetto italiano”, pubblicato da Dal Negro.

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